Quando si sente dire o si legge che parlare di corpi è un fattore culturale, spesso si pensa che sia un modo di dire, un pregiudizio, e invece è reale. Quando vi parlo di libri che parlano di corpi, di illustrazioni in cui vengano mostrati corpi diversi, devo sempre mostrarvi libri stranieri. Cerchiamo di non vedere l’aspetto linguistico come un ostacolo, ma iniziamo a guardare questo albo…
introduzione: inclusività già dall’inizio
Nelle note dell’autore troviamo già un’attenzione incredibile (mia traduzione personale):
“Questo libro è stato scritto per le ragazze e per chi si identifica come una ragazza. In ogni modo, il linguaggio che ho usato non è legato al genere ed è universale. Gli effetti di un’immagine corporea negativa, riguarda tutti, non riguarda un solo genere, etnia o orientamento sessuale”
Questa introduzione ci rimanda ai principi di uguaglianza, di inclusività e di ascolto rispetto alla persona che abbiamo davanti. Nelle prime pagine dell’albo trovate immagini di tanti corpi diversi, tutte che mostrano il loro corpo per quello che è: un corpo. Un corpo da accettare, un corpo che è in uno spazio.
il corpo e lo spazio
Spesso parliamo di cambiamenti del proprio corpo, di un corpo che cresce ma mai di un corpo che occupa spazio. In questo albo troviamo proprio la parola “spazio”.
Il tuo corpo cambierà internamente ed esternamente. Il tuo corpo diventare più grande, e questo significa che prenderà più spazio, e questo va bene!
Parlare di spazio è importante perché è una sensazione reale, concreta e costante. Quando ci sediamo sentiamo il nostro corpo occupare la sedia, quando camminano per una via affollata sentiamo il nostro corpo occupare uno spazio, prendere contro ad altri corpi, quando non troviamo un posto per sederci, vediamo lo spazio che manca o cerchiamo di capire se in uno spazio ristretto il nostro corpo può sedersi.
Nei disturbi del comportamento alimentare, uno degli aspetti rilevanti legati all’immagine corporea è proprio quello della percezione tattile legata alla percezione del corpo propello spazio. Da una parte c’è una componete percettiva significativa, dall’altro c’è l’idea costante che occupare spazio sia un male. Che occupare spazio sia un problema, anche perchè spesso non tutti gli spazi sono adatti a tutti i tipi di corpi. In questo contesto parlare di spazio significa fare prevenzione e legittimare ogni corpo ad occupare il proprio spazio.
Qui un articolo scientifico a riguardo: https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0165178111003623
cosa posso fare..non solo ciò che vedo
In molte pagine viene mostrato quello che può fare un corpo: abbracciare, ascoltare la musica, fare sport, annusare, leggere… tutte cose che il nostro corpo fa indipendentemente dalla sua forma e dimensione.
C’è un ampio spazio dedicato anche a gesti, pratiche, pensieri che possono aiutare ad aver un approccio di gratitudine verso il proprio corpo.
Ringraziare e non giudicare
Ringraziare il proprio corpo e non usare parole giudicanti è un aspetto importantissimo di prevenzione. Il modo in cui dialoghiamo internamente con il nostro corpo forma i nostri pensieri e le nostre emozioni e sensazioni. Avere libri che possono dare aiuti concreti sulle parole, sulle azioni e sui comportamenti possibili da utilizzare è uno strumento di grande importanza… e capace di cambiare la vita di bambini e bambine.
ciò di cui il mio corpo ha bisogno
Nell’albo c’è ampio spazio anche per l’idea del riposo, del sentire i propri bisogni, sentire il proprio corpo e dare al proprio corpo il tempo del riposo. Quanto è importante nella nostra società performativa, dire che il nostro corpo ha bisogno di riposo, di fare attività piacevoli, di essere ascoltato.
Anche questo aspetto è un importante aspetto di prevenzione: nessun perfezionismo ma tanto ascolto e la possibilità di scegliere di fermarsi. Questo aspetto spesso viene sottovalutato, si pensa che bambinǝ e ragazzǝ non siano mai stanchǝ, invece dare loro il tempo di capire ciò che il corpo chiede è un aspetto di estrema importanza, anche per imparare ad ascoltarsi aiuta ad avere pensieri gentili ed evita i pensieri estremi.
chiedere aiuto..anche prima che serva
L’importanza di chiedere aiuto anche prima che ci siano segni visibili che possano essere definiti sintomi (manifestazione di un disagio o di una malattia), chiedere aiuto per comprendere le modalità e strategie che si mettono in atto quando si pensa il proprio corpo, Capire quali sono gli aspetti sociali che influiscono sulle nostre idee e percezioni.
Tutto questo è prevenzione.
Trovi molti articoli a riguardo qui https://www.serenaneri.it/category/prevenzione/
nessuna pianura, solo montagne
Alla fine il libro non ci propone false realtà, aspettative non realistiche, ma ci propone una montagna. Come in montagna la visione e percezione del nostro corpo cambia: può essere faticosa, può essere soddisfacente, può essere stabile e piatta o cambiare rapidamente. Può darci le vertigini e farci soffrire, o può permetterci di riposare… tutto questo è normale.
Spiegare la normalità di questi alti e bassi, previene che ci si spaventi nel viverli, previene che ci si senta impreparati quando si sentono.
Parleremo di questo albo, di altri albi illustrati e di corpi nel progetto
“C’era una forma… come parlare di corpi a bambinǝ e ragazzǝ” trovate il dettaglio qui https://www.serenaneri.it/cera-una-forma-una-newsletter-per-parlare-di-corpi-con-bambini-e-ragazzi/