“Le degenerate” un libro di J. Albert Mann

Una storia che racconta la storia della salute mentale e la storia di tante ragazze

“Le degenerate” parla di salute mentale attraverso la storia e le storie di ragazze americane del 1928, ma non pensate che non centri nulla con ciò che accade oggi, non pensate che non descriva situazioni attuali, racconta dove tutto ha avuto inizio.

la trama

Ci troviamo in America prima della crisi del ’29, i fatti si svolgono in parte lunghe le strade povere di una qualsiasi città statunitense, e per la maggior parte tra le 4 enormi mura di un manicomio femminile. Qui troviamo le storie di London, immigrata italiana il cui vero nome è Filomena, che cerca di sopravvivere alla povertà e alla mancanza dei genitori, e che si trova incinta al momento del suo internamento. Rose ha la sindrome di Down e sua sorella Maxine che cerca in ogni modo di prendersene cura, si trovano qui perché “ritardate”, Alice abbandonata dalla famiglia perché ha il piede equino ed è qui inserita fra le incorreggibili perché afroamericana. Nella storia si intrecciano questioni sociali, politiche e personali; troviamo pregiudizi, l’inizio della psichiatria con test assolutamente primitivi e non scientifici. Nella storia troviamo la voglia di fuggire ma anche trovare piccole strategie per sopravvivere: una bacchetta magica, i lavori manuali, rubare il cibo.

Questa storia parla in modo semplice di storie difficili e complesse (TW: attenzione, si parla di violenza, razzismo ed aborti), ma con tanti spunti di riflessione, provo a suggerirne alcuni.

la salute mentale femminile

In questo libro troviamo solo donne: donne che lavorano nel manicomio, donne che si prendono cura delle ragazze, donne internate (sarebbe meglio dire anche bambine e ragazzine), donne con potere di decidere diagnosi e interventi, se così possiamo definirli.

Ci sembra che sia lontano dalla nostra realtà, ma non è così.

Molti studi confermano che esiste ancora una disparità di genere rispetto alla relazione fra salute e donne: Cooper et. al., 2017 hanno confermato come le donne con demenza ricevono mediamente trattamenti medici meno efficaci rispetto agli uomini con la stessa condizione. Yu, 2018 ha indagato sul fatto che alle donne vengono diagnosticati più spesso disturbi mentali e che questo comporti come alle donne vengono prescritti più spesso psicofarmaci (Bacigalupe & Martin, 2021 ).

Per non parlare poi delle neurdivergenze: Loomes et. al., 2017 hanno condotto ricerche proprio su quanto l’autismo nel genere femminile sia sotto diagnosticato. Questo perchè la maggior parte dei test diagnostici che utilizziamo non sono stati tarati, pensati e provati sulle donne. Questo crea discriminazione e crea pregiudizi ma soprattutto dolore alle donne con questi disturbi: ad esempio non venendo riconosciuta la propria neurodivergenza, aumenta il masking, cioè la modalità in cui maschero ciò che provo per adattarmi al contesto esterno e a ciò che mi viene richiesto, anche in quanto donna. Se vuoi saperne di più ti consiglio di partecipare ai corsi della dott.ssa Eleonora Marocchini che spesso si occupa anche di neurodivergenze e genere https://www.narraction.com/divergente

pregiudizi

Nel libro troviamo pregiudizi sul colore della pelle, sulla nazionalità di appartenenza, sui corpi e sul funzionamento intellettivo. Molti pregiudizi sono ancora reali e concreti, sia se si ha un disturbo mentale, ma anche se si è un operatore per la salute mentale. Possiamo trovare pregiudizi nelle persone se condividiamo un percorso personale di cura, ma anche se siamo operatori richiamo di ricorrere alle etichette perchè più immediate rapide. Ogni tanto occorre fermarsi a pensare a quali pregiudizi vediamo e sentiamo intorno a noi o il rischio è quello di essere sommersi e inglobati nel sistema.

Di pregiudizi ne avevo parlato qui https://www.serenaneri.it/pregiudizi-sulla-salute-mentale/

…ma quindi chi può leggere questo libro?!

Tutti e tutte! La storia è adatta dai 13 anni, ci sono descrizioni abbastanza crude, ma sia all’inizio che al termine del libro si trovano le spiegazioni storiche e tutte le note a riguardo. Credo anche che possa essere anche un ottimo strumento didattico per chi studia scienze umane, descrive in modo realistico i manicomi femminili di inizio ‘900 e, come descritto nell’articolo, si colleghi in modo molto concreto con tante realtà odierne riguardo la salute mentale.

Qui puoi ordinarlo https://www.uovonero.com/catalogo/i-geodi/2150-le-degenerate-2